Pantano Afgano: che gran Karzai che hanno combinato

L’aveva detto il mai compianto Bush a suo tempo: Noi andremo in Afghanistan per esportare la democrazia -frase poi che Obama  ha rettificato non appena capito che era nella merda-. E infatti, ad otto anni suonati dall’inizio dell’invasione sul suolo Afgano, da parte di Americani e Inglesi prima e di tutta la coalizione internazionale dopo, vediamo i risultati del loro piano per democratizzare il paese, portare stabilità politica e ricostruire. I Talebani da una parte e i signori della guerra dall’altra controllano gran parte del territorio, alla casa bianca si sta decidendo come e quando rimpolpare le truppe sul terreno di guerra. Negli ultimi anni la produzione di Oppio, che quasi sicuramente almeno in parte finisce per finanziare i Talebani, è quasi triplicata – ne ho parlato qui pochi giorni fa- e, la popolazione civile, che bisognava aiutare è presa tra due fuochi. Da una parte le ritorsioni talebane, dall’altra gli effetti collaterali della coalizione. E come se non bastasse da ultimo, sul fronte politico l’unica cosa che è emersa è la corruzione e quello che da noi potremmo chiamare clientelismo (per altro l’unica cosa esportata) che sta costringendo e costringerà nei prossimi giorni l’Amministrazione Obama ad una decisione: accomodante, o pugno di ferro. Oltre che obbligare a tenere d’occhio l’allarmante situazione che si sta tornando a creare in tutta la regione (consiglio di dare una letta a qualche articolo di Ahmed Rashid). Dopo soli otto anni di guerra non c’è male. Lo spettacolo continua!